È tutta un’altra cosa. Intanto c’è questo odore della tua infanzia salsedine e gasolio.
Poi mentre si avanza nel porto che non sei fuori ma non sei più sulla terraferma ti rendi conto a poco a poco che sei in un’altra dimensione, decisamente acquea, ma anche più naturale, lontana da cose come asfalto cemento autobus lattine e bucce di banana.
I rumori sono altri. Sono fruscii tintinnii sciacquii e vento, tipo il rumore dell’aria che si smuove e ti agita i capelli.
I colori sono altri. Tutto sto blu e verde e celeste e azzurro che fa risaltare quel pochino di bianco ogni tanto.
I sapori beh quello dipende un po’ da cosa ti sei portato dietro.
La barca poi è questione di pelle, di sentire il mare sulla pelle e di adeguarti al movimento.
Con il sesto senso. Quello del mare.